Massacro di Wounded Knee
Il 29 dicembre 1890, a Wounded Knee, non si concluse solo una giornata di sangue: si chiuse simbolicamente un’epoca. Quel massacro, consumato nel Sud Dakota ai danni di oltre duecento Lakota — per lo più donne, bambini e anziani — rappresenta uno dei punti più tragici e rivelatori della storia dell’espansione statunitense verso il West. Non fu uno scontro tra eserciti, ma l’annientamento di una comunità già stremata, colpita mentre era accampata e praticamente disarmata. Il pretesto fu il controllo delle armi; la vera paura, invece, era un’altra. La Ghost Dance , il rito che aveva ridato speranza a molti popoli nativi, non era un piano di guerra. Era una preghiera collettiva, una visione: il ritorno degli antenati, la rinascita della terra, la fine delle sofferenze. In un mondo distrutto da fame, deportazioni e trattati traditi, quella danza era un atto di resistenza spirituale. Ma per il governo degli Stati Uniti, e per l’esercito, ogni forma di identità non controllabile appar...