Gaza scompare dalle prime pagine: una rimozione mediaticamente comoda, ma moralmente insostenibile
È difficile ignorare la sensazione che in questi mesi si stia consumando una sorta di rimozione collettiva: Gaza, teatro di una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo, è scivolata quasi fuori dalla coscienza pubblica, messa in sordina da un improvviso ritorno di centralità del conflitto in Ucraina e dalle manovre diplomatiche che lo circondano. Non è la prima volta che il sistema mediatico occidentale concentra le sue energie su un singolo tema, relegando gli altri a sottofondo, ma ciò che ora appare è qualcosa di diverso, qualcosa di più inquietante: una selezione volontaria del dolore da mostrare e di quello da nascondere, quasi che alcune tragedie fossero più presentabili, più “digeribili”, più funzionali alle linee politiche dominanti. E così, mentre gli editoriali si riempiono di analisi sulle tattiche di Mosca e Washington, mentre i dibattiti televisivi discutono di possibili nuovi equilibri in Europa orientale, la Striscia di Gaza resta incastrata in un silenzio...