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Visualizzazione dei post da ottobre, 2025

Il Piano Mattei e la nuova politica estera del governo Meloni in Africa

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Il Piano Mattei per l’Africa è probabilmente la più ambiziosa iniziativa di politica estera del governo guidato da Giorgia Meloni . Ispirato alla figura di Enrico Mattei , fondatore dell’ ENI e pioniere di un modello di cooperazione “tra pari”, il piano mira a ridefinire le relazioni tra Italia e Africa su basi nuove: non assistenzialismo, ma partenariato strategico. Presentato ufficialmente nel gennaio 2024 durante il Vertice Italia-Africa a Roma , il Piano intende rilanciare la presenza italiana nel continente, ponendo l’accento su energia, sviluppo sostenibile, infrastrutture, formazione e agricoltura. La premier Meloni lo ha definito «uno strumento per un futuro comune, non un’operazione di carità, ma di cooperazione e crescita reciproca». Nell'ottica di Giorgia Meloni, il Piano si colloca al centro di una  visione geopolitica del governo che vede l’Italia come “ponte” tra Europa e Africa, nonchè crocevia delle rotte energetiche e commerciali del Mediterraneo. La strategia ...

La trasformazione socio-economica della Libia: dal regime di Gheddafi alla crisi post-2011

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  Introduzione La Libia rappresenta uno dei casi più emblematici della storia recente del Nord Africa: un Paese passato in pochi decenni da un sistema autoritario centralizzato a una condizione di frammentazione statale e crisi permanente. Sotto Muʿammar Gheddafi (1969–2011), la Libia conobbe una crescita economica sostenuta, favorita dalle rendite petrolifere e da una politica di redistribuzione sociale. Tuttavia, non si può negare che tale prosperità era accompagnata da un rigido controllo politico e da un sistema repressivo. Con la caduta del regime nel 2011, a seguito dell’intervento militare della NATO , il Paese è precipitato in una condizione di caos e instabilità. E' interessante analizzare questa trasformazione, soffermandoci non solo sugli aspetti interni del sistema politico nato dalla rivoluzione, ma anche sul ruolo panafricano di Gheddafi all’interno dell’ Unione Africana e dei progetti di indipendenza economica del continente. 1. La Libia sotto Muʿammar Gheddafi (...

L’acqua come risorsa strategica nel conflitto israelo-palestinese e nel contesto idro-geologico del Medio Oriente

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  1. Introduzione Il Medio Oriente costituisce una delle regioni più aride e idricamente vulnerabili del pianeta. La combinazione di condizioni climatiche estreme, crescita demografica, sviluppo urbano e agricolo intensivo ha reso l’acqua una risorsa scarsa e strategica, il cui controllo incide direttamente su equilibri politici, economici e di sicurezza. Le principali fonti idriche della regione — il Nilo , il Tigri , l’ Eufrate e il Giordano — oltre ai grandi acquiferi sotterranei e ai bacini lacustri, alimentano non solo le economie e gli ecosistemi, ma anche i conflitti e le alleanze geopolitiche. In tale scenario, la gestione dell’acqua assume una dimensione eminentemente politica, legata al controllo del territorio e alla sopravvivenza delle popolazioni. 2. Israele, Palestina e il controllo delle risorse idriche Fin dalla fondazione dello Stato di Israele nel 1948, la gestione delle risorse idriche è stata un elemento centrale nelle relazioni tra Israele e i territori pal...

Il contenzioso sulle isole Abu Musa, Greater Tunb e Lesser Tunb

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  Le isole Abu Musa , Greater Tunb e Lesser Tunb si trovano all’ingresso dello stretto di Hormuz , corridoio strategico che collega il Golfo Persico al Golfo di Oman . La posizione le rende – anche se molto piccole e in gran parte scarsamente abitate – di importanza strategica per il controllo delle vie marittime e della sorveglianza navale.  Storicamente, le due Tunb (Greater e Lesser) sono menzionate in fonti persiane e geografiche antiche: ad esempio, la “Fars Nâmeh” di Ibn Balkhi (sec. XII) e il “Nuzhat al-Qulûb” di Mustawfi Kazvini (sec. XIV) indicano che le Tunb erano considerate parte degli spazi amministrativi del Fars e del litorale iraniano. In termini linguistici, il termine “tunb” (o “tumb”) in persiano può significare “mucchio” o “colle”, riferendosi forse alla conformazione morfologica delle isole.  Per Abu Musa invece la storia è più complessa: la governabilità locale variò tra tribù arabe, potenze locali arabe e l’influenza persiana. In presenza britann...

Perchè Budapest per ospitare il prossimo incontro fra Trump e Putin ?

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La scelta di Budapest per ospitare un summit fra Putin e Trump – ancora da confermare nei dettagli, ma annunciato come imminente – è dovuta a diverse ragioni strategiche che combinano logistica, politica e simbolismo. Il Cremlino ha infatti indicato che la ragione principale della scelta della capitale ungherese è legata ai buoni rapporti che il primo ministro ungherese Viktor Orbán intrattiene sia con Trump che con Putin : “relazioni calde” col presidente americano e “costruttive” col presidente russo.  Orbán stesso ha dichiarato che l’ Ungheria è «l’ isola della pace » in Europa e che è “l’unico posto in Europa” dove un incontro di tal genere può svolgersi.  Un’altra importante motivazione è che l’Ungheria, pur essendo membro dell’ Unione Europea e della NATO , ha avuto un atteggiamento più cauto rispetto ad altri Paesi occidentali nell'applicazione delle sanzioni e nell’isolamento diplomatico della Russia . Orbán ha spesso criticato l’approccio “di guerra” dell’Eu...

Francesca Albanese : quanto sono fondate le accuse di genocidio a Israele ?

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Foto tratta dal web   La relatrice ONU per i Territori palestinesi , accusata da Israele, Stati Uniti e parte del governo italiano, continua a denunciare violazioni sistemiche. Ma le sue tesi sono fondate? Un’analisi giuridica e politica delle critiche e dei rapporti internazionali. Quando Francesca Albanese , relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati, ha usato la parola “ genocidio ” nei suoi ultimi rapporti, la reazione è stata immediata: Israele l’ha accusata di parzialità, gli Stati Uniti l’hanno sanzionata, e in Italia esponenti della maggioranza di governo hanno preso le distanze dalle sue dichiarazioni. Per contro, l’opinione pubblica e i social si sono schierati a sua difesa accusando gli esponenti di Governo e anche il Presidente della Repubblica Italiana di non aver preso le difese di Francesca Albanese dalle accuse statunitensi e di non avere richiesto la rimozione delle sanzioni così come invece hanno fatto diversi leaders politici i...

La “religione olocaustica”: memoria, identità e sacralizzazione della Shoah

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  Nel secondo dopoguerra, la memoria della Shoah ha assunto un ruolo centrale nella coscienza ebraica, israeliana e, più in generale, occidentale. Alcuni studiosi e osservatori — fra cui Yeshayahu Leibowitz , Jacob Neusner , Norman Finkelstein , Idith Zertal , e più recentemente Tom Segev — hanno sostenuto che la Shoah non costituisca solo un evento storico o una tragedia collettiva, ma che si sia progressivamente trasformata in una categoria teologico-civile , una sorta di “ religione secolare ” fondata sul culto della memoria, sul martirio e sull’identità vittimaria. È in questo senso che si parla, spesso in tono critico, di “ religione dell’Olocausto ” ( Holocaust Religion ), espressione che designa non la fede ebraica tradizionale, ma un sistema di valori, simboli e riti costruito intorno alla memoria della Shoah e istituzionalizzato in pratiche civiche, educative e politiche che caratterizza ormai gran parte della classe politica di governo israeliana. L’espressione “r...

Marwan Barghouti, perché Israele non vuole liberarlo ?

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   C’è una frase che ricorre spesso nelle cronache dal Medio Oriente: “ Marwan Barghouti è il Mandela palestinese ”. È una formula potente, suggestiva, forse troppo semplice. Dietro questa analogia si nasconde una speranza e, insieme, un paradosso. Perché Barghouti è davvero, come fu Mandela, un uomo che da decenni vive dietro le sbarre per aver guidato la lotta del suo popolo. Ma non ha ancora avuto la possibilità di diventare ciò che Mandela fu dopo la prigione: un costruttore di pace. Marwan Barghouti, oggi sessantaseienne, è uno dei leader storici di Fatah, il movimento fondato da Yasser Arafat . È stato tra i protagonisti della Seconda Intifada , la rivolta palestinese scoppiata nel 2000, e per questo nel 2004 è stato condannato da un tribunale israeliano a cinque ergastoli per il suo ruolo in attacchi che causarono vittime civili. Da allora è in carcere, ma il suo nome non è mai scomparso dalla politica palestinese: nei sondaggi, Barghouti continua a essere una delle...